Campobasso

Campobasso

Siamo sulle alture molisane, in uno dei capoluoghi di regione più alti d’Italia, precisamente il terzo. Con una lunga storia e un centro storico insignito con il titolo di borgo di notevole interesse storico, stiamo parlando di Campobasso a solo 1 ora di distanza da Anama Complex.

In questo articolo in particolare ci occuperemo di scoprire i segreti di Campobasso, cosa fare e vedere, andando a caccia di quei luoghi fuori dai soliti tour turistici e culturali che non sanno apprezzare le piccole perle che ogni borgo italiano nasconde.

Campobasso: cenni storici

Campobasso ha una storia ricca come tutte le città italiane. Se l’origine del suo nome non sia esattamente chiarita tra gli studiosi, si sa che in età antica la zona era sede di piccoli villaggi agricoli sannitici, popolazione diffusa nella zona.

La prima traccia di Campobasso che ne determina la nascita risale al 878 in epoca Longobarda. Questa precisione nella data si ottiene grazie ad un documento stilato dai monaci dell’abbazia benedettina di Santa Sofia della vicina Benevento. Nel documento viene citata la cittadina come finibus Campibassi.

Sin da allora Campobasso ricopre un ruolo strategico importante, grazie alla sua posizione sopraelevata e privilegiata sui dintorni. Con il tempo diventa un luogo apprezzato e ricco, divenendo addirittura nell’ottocento luogo di ritrovo per gli intellettuali molisani.

Tale era la sua fama che nel 1755 l’allora Re di Napoli concesse alla città il rango di città modello.

Anche durante la seconda guerra mondiale la città visse momenti drammatici. Le truppe tedesche si scontrarono contro quelle alleate, in particola modo canadesi, che conquistarono la città e la occuparono. In quel periodo i canadesi ribattezzarono la città “Canada Town” tanto l’impatto che i soldati del paese nordamericano ebbero sulla cittadina.

Di quel periodo oggi rimane solo una scritta “Scarth St” a indicare il nome di una via e che Campobasso ha preserva come un cimelio.

Castello
Castello Monforte, Crediti Foto: Gianfranco Vitolo

Campobasso e le sue architetture civili

Parlando delle città italiane spesso e volentieri si parte parlando delle architetture religiose, Campobasso possiamo dire che fa eccezione.

Numerose sono le architetture civili degne di interesse culturale e storico. A cominciare da Palazzo San Giorgio, edificio risalente al 1879 si distingue per un ampio ed elegante porticato. Sulla faccia sobria e armoniosa spicca la parola “Municipio” proprio sotto il quadrante di un grande orologio.

Sede della provincia di Campobasso è invece il Palazzo Magno. Edificio imponente e minimale, fu un luogo centrale durante l’occupazione delle truppe alleate. Qui infatti venne stabilito un ospedale e un obitorio per le vittime della guerra.

Un altro luogo che non può mancare di essere visto, è sicuramente il Convitto nazionale Mario Pagano. Elegante edificio storico risalente all’ottocento, si caratterizza per uno straordinario giardino ricco e florido.

Concludiamo il viaggio tra le architetture civili con una menzione d’onore al Castello Monforte che domina la città e il territorio circostante. Risalente al 1375 si caratterizza per una conformazione quadrangolare, con quattro torri angolari e una centrale maggiore.

Tale la bellezza del castello che fu impressa su una moneta d’argento da cinque euro nel 2012.

Campobasso e le sue architetture religiose

Dedichiamo infine alle architetture religiose che come per ogni città italiana rappresentano l’altro lato della medagli culturale.

In particolare non possiamo che soffermarci sulla Cattedrale della Santissima Trinità. L’edificio originale, secondo recenti studi, presentava un aspetto completamente diverso caratterizzato da straordinari decori barocchi vicini allo stile che dominava nelle Puglie. Oggi la struttura che nel tempo ha subito tantissime variazioni, dovute a distruzioni o rifacimenti, si presenta con un particolare stile neoclassico. Infatti la facciata ricalca precisamente le strutture degli antichi templi con frontone triangolare sostenuto da una serie colonne.